pensieri serali

Da gennaio sono faticosamente rientrata al lavoro.
Intendiamoci: faticosamente non  certamente dal punto di vista fisico.
La fatica sta nel riuscire a bilanciare, come ogni mamma di un bambino piccolo, lavoro e maternità, la fatica sta nel riuscire a dividere il pomeriggio equamente tra i miei due figli, la fatica sta nell’accorgersi che si è fatta sera e non sono riuscita a fare tutti i giochi/terapia che dovrei con Franci.

A volte nessuno.

E qui la fatica diventa il grande senso di colpa di non essere abbastanza.

Quando si è studenti si sa che, se studi, difficilmente non otterrai risultati. Io ho passato gli anni universitari gestendo lo studio come un lavoro e con l’obiettivo del massimo: e ci sono riuscita. Ora vivo questa seconda maternità un po’ come allora. Mi convinco che, se con Francesca mi applicherò giornalmente: nei giochi per stimolare la vista, in quelli per stimolare l’udito, in quelli per rafforzare il tono muscolare, nei massaggi per farle sentire che ci sono, negli odori per farle capire che anche l’olfatto è un senso che può essere utile per scoprire il mondo, allora, dopo tutto questo, ce la faremo. Allora forse camminerà, allora forse mi vedrà e sorriderà, allora forse mi sentirà e risponderà.

Ma da convinta di questo, mi ritrovo alle 20,45 di un giovedì sera, costretta ad ammettere che oggi, io, Francesca l’ho solo portata a fare una passeggiata. Domani pomeriggio subito dopo il lavoro andremo a Bologna alla ricerca di un sogno (la taga bike) e quindi di nuovo non faremo niente della lista di cui sopra.

Vorrei giorni più lunghi. Vorrei poter stare con lei. Portarla io a qualsiasi terapia, all’asilo. Vorrei potermi applicare. Eppure, sono voluta tornare io al lavoro.

E non è nemmeno il lavoro dei sogni. Da tempi immemori ho voluto sempre e solo fare la libraia, e per un po’, il sogno si è pure avverato. Ho potuto aprire gli scatoloni pieni di novità. Guardare quelle nuove copertine, annusare l’odore delle pagine, leggere per prima la quarta di copertina. Ma le cose non vanno sempre come sperato e ci si adegua. Però delle volte ci penso: sarebbe più facile lavorare se facessi un lavoro che amo?

Boh. Sinceramente, forse no. Perché se anche l’odore dei libri mi gratificherebbe di più, il tempo da mamma non sarebbe diverso.

E mentre per la testa da giorni mi frullano questi pensieri, ricevo un dono che mi tira su (e che potete notare indossato da Franci nella foto) e ci provo, a convincermi che prima o poi, alieni o terrestri, un po’ di quel cordone ombelicale è da tagliare.
image

4 pensieri riguardo “pensieri serali

  1. Ogni tanto mi perdo a leggere le tue pagine piene di amore x la tua cucciola e mi chiedo se io che sono mamma di due splendidi monelli del ” pianeta terra” sono altrettanto brava con loro. Penso che il tuo lavoro di mamma sia sicuramente molto impegnativo ma grazie a Francy ti ha reso molto piu consapevole del valore delle piccole cose e del godere del “poco”. Un abbraccio sei la forza di tue le mamme

    Piace a 1 persona

  2. Per conciliare stanchezza, voglia di dedicarmi ai miei bimbi, impegni con uffici e burocrazie varie ho preso 2 settimane di aspettativa. Sono riuscita a fare forse metà delle cose che avevo in programma. Si è sempre, comunque, di corsa. Il tempo per sé stesse e per i propri figli non basta mai. Le nostre bimbe speciali e i loro super fratelli meriterebbero di più, ma non si può. In questi giorni ho pensato davvero che dovrei non lavorare per riuscire a fare tutto, e sarei comunque sempre in affanno. Tante, troppe cose, sulle nostre spalle. Nei nostri pensieri. Un abbraccio 😙

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a Erendira Cancella risposta